Corso per Auditor/Lead Auditor dei Sistemi di Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001:2015. Quale scegliere? Segui questi 4 semplici step per la tua scelta. 1. Cerco il corso sul web 2. Il corso che ho trovato è qualificato? Se il corso è qualificato puoi procedere con lo step successivo. Se, invece, non è qualificato […]
Il Rentri è un nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti e, in particolare, indica un Registro Elettronico Nazionale Tracciabilità Rifiuti.
Il nuovo sistema informativo RENTRI sarà gestito presso la competente struttura organizzativa dal Ministero della Transizione Ecologica e verrà supportato tecnicamente dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali, sulla base di modalità operative stabilite da una regolamentazione ministeriale.
L’analisi e valutazione del contesto dell’organizzazione aiuta le organizzazioni a valutare i punti di forza e di debolezza. Le aiuta, anche, a valutare i requisiti obbligatori applicabili ed i fattori sterni ed interni. Entrambi possono influenzare positivamente o negativamente i piani strategici di un’organizzazione. Per questo è necessario fare un’accurata analisi del contesto, valutare costantemente le esigenze delle parti interessate in base anche alla localizzazione geografica del sito aziendale.
La relazione consente di confrontare l’eventuale stato di contaminazione iniziale con quello successivo alla fine dell’attività produttiva. Consente, anche, di adottare le misure di ripristino adeguate, nel caso ci sia un peggioramento delle condizioni ambientali. Deve, pertanto, essere allegata all’ istanza AIA nel caso in cui l’attività industriale utilizzi, produca o scarichi sostanze pericolose, con il rischio di contaminare il suolo e le acque sotterranee.
Gli adempimenti aziendali in materia di AIA sono molteplici. Variano a seconda della tipologia di domanda da presentare e delle diverse autorità chiamate a pronunciarsi nel processo decisorio. l’AIA ha ad oggetto la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento proveniente dalle attività industriali e prevede misure volte ad evitare e ridurre le emissioni.
Lo smaltimento dei liquami è diverso a seconda che i liquami siano presenti nelle reti fognarie o siano raccolti nei pozzi neri. Diversa è la loro disciplina e il conseguente apparato sanzionatorio. Il discrimen tra scarichi e rifiuti liquidi riguarda la diretta o indiretta convogliabilità del refluo. Ciò interessa anche le operazioni di trasporto.
La differenza tra queste due definizioni non riguarda la natura inquinante o meno delle acque reflue, ma la vera discriminante è il modo in cui avviene lo smaltimento dei reflui. Il confine tra acque di scarico e rifiuti liquidi è molto sottile. Unico criterio di discrimine è la tipologia di collegamento tra la fonte di produzione del refluo e il corpo ricettore.
La legge europea del 2018 non considera rifiuti gli sfalci e le potature se:
1) sono effettuati nell’ambito delle normali pratiche colturali legate alle attività agricolo-forestali, oppure derivino dalla manutenzione del verde pubblico dei Comuni;
2) non sono pericolosi;
3) sono utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da biomassa
Le autorizzazioni allo scarico idrico sono disciplinate nella parte III del d.lgs 152/2006 s.m.i. L’art. 124 d.lgs 152 del 2006 s.m.i. prevede che “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati”. L’autorizzazione deve essere specifica, nel senso che la stessa deve contenere tutte le prescrizioni tecniche idonee a realizzare la tutela dall’inquinamento idrico. Deve, inoltre, essere […]
La politica ambientale ha natura strategica e obiettivi generali di orientamento e di indirizzo. Non è immediatamente e integralmente sovrapponibile né assimilabile al Codice Etico previsto dal D. Lgs. n. 231/2001. Per far sì che i due documenti siano realmente integrabili e compatibili, garantendo omogeneità di principi e valori, è utile anzitutto rivedere il documento di Politica Ambientale nell’ambito dei Sistemi di Gestione Ambientale.
Il d.p.r. 13 giugno 2017 n. 120 reca la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo. Rappresenta il REGOLAMENTO NAZIONALE. delle terre e rocce da scavo.
Per essere qualificate come sottoprodotti, le terre e rocce da scavo devono rispondere ai criteri stabiliti dall’art. 184-bis del D.L.vo n. 152/2006, il cui rispetto è valutato con le modalità procedurali stabilite dall’art. 4 del nuovo Regolamento.
La gestione operativa delle terre e rocce da scavo comporta una serie di documenti e di prassi industriali che vedono coinvolte le autorità pubbliche e l’Arpa.
La norma UNI EN ISO 14001:2015 è quella norma che contiene i requisiti da rispettare nell’implementazione ed attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale.
La sua utilità principale, consiste nell’evitare sanzioni pecuniarie, incidenti ambientali e nel ridurre i consumi di risorse .
Gli impianti di combustione media sono stati analizzati nel decreto 183/2017 che modifica la Parte Quinta del D.Lgs. n.152/2006. Le modifiche riguardano sia l’introduzione della disciplina delle emissioni provenienti dagli impianti di combustione media sia la normativa relativa agli stabilimenti ed attività o impianti che producono emissioni in atmosfera.
1. Come si attribuisce la classe di pericolo eco tossico? 2. I limiti del regolamento europeo La classe di pericolo HP14 eco tossico viene attribuita al rifiuto considerato pericoloso per l’ambiente. 1. Come si attribuisce la classe di pericolo eco tossico? Ai sensi dell’allegato III alla direttiva 2008/98/CE, così come modificato dal Regolamento 2017/997/UE, […]
Le emissioni in atmosfera devono essere conformi alla normativa vigente. Ogni impianto che produce emissioni in atmosfera deve essere preventivamente autorizzato dagli enti preposti e deve rispettare i valori limite imposti. Le principali norme di tutela dall’inquinamento atmosferico sono contenute nella parte V del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i..
Tute le aziende che rientrano all’interno della tabella alla parte II dell’allegato IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006, dell’art. 272 comma 2, saranno soggetto alla presentazione della richiesta di autorizzazione in via generale.
Le attività che, non rientrando nelle categorie precedenti o per tipologia o per quantitativo di materie utilizzate, rientrano nella “fascia C” e sono soggette alla richiesta di autorizzazione emissioni in atmosfera in procedura ordinaria ai sensi dell’articolo 269 del DLgs 152/2006.
1. Quale responsabilità ha il produttore se l’impianto di conferimento non è abilitato? 2. La giurisprudenza sulla responsabilità del produttore Con la sentenza n. 29727/2013 la Cassazione ribadisce l’obbligo del produttore di rifiuti di verificare che il trasportatore/smaltitore/recuperatore sia sempre autorizzato allo svolgimento della loro attività. Il Testo Unico Ambientale, infatti, all’art. 256, comma […]
Dal 2006 ad oggi sono intervenuti numerosi correttivi ed integrazioni al testo unico ambientale, che hanno cambiato e/o modificato, anche solo parzialmente, alcune parti del testo.
1. Cosa fa? 2. Quanti tipi di Auditor Ambientale esistono? 3. Quali devono essere le competenze di un Auditor Ambientale? 4. E’ un lavoratore dipendente o un libero professionista? 5. Titolo di studio e percorso formativo 6. Possibilità occupazionali L’Auditor Ambientale è una figura molto richiesta nelle realtà aziendali per tenere sotto controllo gli […]
Il responsabile tecnico ha il compito di assicurare la corretta organizzazione della gestione dei rifiuti da parte dell’impresa e deve far rispettare la normativa vigente, ossia il testo unico ambientale con le sue modifiche e integrazioni.
Le nuove professioni ambientali possono racchiudersi in tre tipologie:
l’auditor ambientale, per ottenere la certificazione ambientale ISO 14001.
il verificatore ambientale, per conseguire la registrazione EMAS.
l’auditor EPD, per avere la certificazione ambientale di prodotto ISO 14025.
Le novità nella nuova ISO 14001:2015 riguardano:
1) la conformità della norma alla “High Level Structure for Management System Standards”;
2) le raccomandazioni contenute nel Rapporto TC207/SC “Future Challenges for EMS”;
3) il mantenimento e il miglioramento dei principi alla base della ISO 14001:2004 e dei relativi requisiti.