Esiste una grande compatibilità tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 e gli standard ISO. Un corso di formazione per Auditor e Lead Auditor rappresenta sicuramente un’ottima opportunità per approfondire i temi di ciascun obiettivo e comprendere le azioni da attuare per raggiungerlo.
Rappresenta una guida per scegliere il corso per Lead Auditor e/ Auditor interno più adatto alle proprie esigenze professionali, seguendo 4 semplici step.
Lo scopo di un sistema di gestione ambientale è quello che consente alle aziende di svolgere la attività produttive proteggendo l’ambiente e rispettando le differenti criticità che si presentano in differenti contesti socio-economici (pur svolgendo attività simili).
Il Rentri è un nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti e, in particolare, indica un Registro Elettronico Nazionale Tracciabilità Rifiuti. Sarà gestito presso la competente struttura organizzativa dal Ministero della Transizione Ecologica e verrà supportato tecnicamente dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
L’analisi e valutazione del contesto dell’organizzazione aiuta le organizzazioni a valutare i punti di forza e di debolezza. Le aiuta, anche, a valutare i requisiti obbligatori applicabili ed i fattori sterni ed interni. Entrambi possono influenzare positivamente o negativamente i piani strategici di un’organizzazione.
La relazione consente di confrontare l’eventuale stato di contaminazione iniziale con quello successivo alla fine dell’attività produttiva. Consente, anche, di adottare le misure di ripristino adeguate, nel caso ci sia un peggioramento delle condizioni ambientali. Deve, pertanto, essere allegata all’ istanza AIA nel caso in cui l’attività industriale utilizzi, produca o scarichi sostanze pericolose, con il rischio di contaminare il suolo e le acque sotterranee.
Gli adempimenti aziendali in materia di AIA sono molteplici. Variano a seconda della tipologia di domanda da presentare e delle diverse autorità chiamate a pronunciarsi nel processo decisorio. l’AIA ha ad oggetto la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento proveniente dalle attività industriali.
Lo smaltimento dei liquami è diverso a seconda che i liquami siano presenti nelle reti fognarie o siano raccolti nei pozzi neri. Diversa è la loro disciplina e il conseguente apparato sanzionatorio. Il discrimen tra scarichi e rifiuti liquidi riguarda la diretta o indiretta convogliabilità del refluo.
La differenza tra queste due definizioni non riguarda la natura inquinante o meno delle acque reflue, ma la vera discriminante è il modo in cui avviene lo smaltimento dei reflui. Il confine tra acque di scarico e rifiuti liquidi è molto sottile. Unico criterio di discrimine è la tipologia di collegamento tra la fonte di produzione del refluo e il corpo ricettore.
La legge europea del 2018 non considera rifiuti gli sfalci e le potature se:
1) sono effettuati nell’ambito delle normali pratiche colturali legate alle attività agricolo-forestali, oppure derivino dalla manutenzione del verde pubblico dei Comuni;
2) non sono pericolosi; 3) sono utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da biomassa
L’art. 124 d.lgs 152 del 2006 s.m.i. prevede che “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati”.
L’autorizzazione deve essere espressa e specifica, nel senso che la stessa deve contenere tutte le prescrizioni tecniche idonee a realizzare la tutela dall’inquinamento idrico.
La politica ambientale ha natura strategica e obiettivi generali di orientamento e di indirizzo. Non è integralmente sovrapponibile né assimilabile al Codice Etico previsto dal D. Lgs. n. 231/2001. Per far sì che i due documenti siano realmente integrabili e compatibili è opportuno rivedere il documento di Politica Ambientale nell’ambito del SGA.
Il d.p.r. 13 giugno 2017 n. 120 reca la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo. Rappresenta il REGOLAMENTO NAZIONALE. delle terre e rocce da scavo.
Per essere qualificate come sottoprodotti, le terre e rocce da scavo devono rispondere ai criteri stabiliti dall’art. 184-bis del D.L.vo n. 152/2006, il cui rispetto è valutato con le modalità procedurali stabilite dall’art. 4 del nuovo Regolamento.
La gestione operativa delle terre e rocce da scavo comporta una serie di documenti e di prassi industriali che vedono coinvolte le autorità pubbliche e l’Arpa.
Un sistema di gestione ambientale è un metodo sistematico utile alle organizzazioni per tenere sotto controllo le proprie responsabilità e prestazioni ambientali e viene sviluppato nel rispetto della politica ambientale aziendale e della legislazione di riferimento.
La norma UNI EN ISO 14001:2015 è quella norma che contiene i requisiti da rispettare nell’implementazione ed attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale.
La sua utilità principale, consiste nell’evitare sanzioni pecuniarie, incidenti ambientali e nel ridurre i consumi di risorse .
Gli impianti di combustione media sono stati analizzati nel decreto 183/2017 che modifica la Parte Quinta del D.Lgs. n.152/2006. Le modifiche riguardano sia l’introduzione della disciplina delle emissioni provenienti dagli impianti di combustione media sia la normativa relativa agli stabilimenti ed attività o impianti che producono emissioni in atmosfera.
Ai sensi dell’allegato III alla direttiva 2008/98/CE, così come modificato dal Regolamento 2017/997/UE, è definito HP14 – Ecotossico un “Rifiuto che presenta o può presentare rischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali”. Sono classificati come rifiuti pericolosi di tipo HP 14 i rifiuti che soddisfano una serie di condizioni.
Le emissioni in atmosfera devono essere conformi alla normativa vigente. Ogni impianto che produce emissioni in atmosfera deve essere preventivamente autorizzato dagli enti preposti e deve rispettare i valori limite imposti. Le principali norme di tutela dall’inquinamento atmosferico sono contenute nella parte V del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i..
Tute le aziende che rientrano all’interno della tabella alla parte II dell’allegato IV alla parte V del D. Lgs. 152/2006, dell’art. 272 comma 2, saranno soggetto alla presentazione della richiesta di autorizzazione in via generale.
Le attività che, non rientrando nelle categorie precedenti o per tipologia o per quantitativo di materie utilizzate, rientrano nella “fascia C” e sono soggette alla richiesta di autorizzazione emissioni in atmosfera in procedura ordinaria ai sensi dell’articolo 269 del DLgs 152/2006.
Il formulario di identificazione dei rifiuti è un documento che consente la tracciabilità del flusso di rifiuti nelle varie fasi del trasporto dal produttore al sito di destinazione. L’articolo 193 del D.lgs. 152/2006 che disciplina i FIR è stato modificato dal D.lgs. 116/2020 introducendo importanti novità.
Il produttore deve verificare sempre che il destinatario sia effettivamente autorizzato a ricevere rifiuti. Se si, deve verificare che sia effettivamente autorizzato a ricevere quella particolare tipologia di rifiuti (o CER). Se il destinatario non è abilitato a ricevere quella particolare tipologia di CER, allora il produttore consegna i rifiuti in modo abusivo.
Dal 2006 ad oggi sono intervenuti numerosi correttivi ed integrazioni al testo unico ambientale, che hanno cambiato e/o modificato, anche solo parzialmente, alcune parti del testo.
L’Auditor dei sistemi di gestione ambientale è una figura professionale esperta in tema di ambiente, sia dal punto di vista della normativa sia dal punto di vista tecnico, biologico ed eco-sistemico che, sulla scorta delle proprie competenze, deve valutare la conformità dei sistemi di gestione ambientale alla norma UNI EN ISO 14001.
Gli esperti ambientali Gli esperti ambientali sono sempre più importanti e, soprattutto, richiesti, visto il crescente bisogno di adeguarsi alla legislazione ambientale. Devono possedere solide basi culturali relative ai sistemi di gestione ambientale e ai temi della sostenibilità. Di cosa si occupano gli esperti ambientali? Si occupano e intervengono nelle seguenti aree tematiche: gestione delle risorse […]
Il responsabile tecnico ha il compito di assicurare la corretta organizzazione della gestione dei rifiuti da parte dell’impresa e deve far rispettare la normativa vigente, ossia il testo unico ambientale con le sue modifiche e integrazioni.
Le nuove professioni ambientali possono racchiudersi in tre tipologie: l’auditor ambientale, per ottenere la certificazione ambientale ISO 14001; il verificatore ambientale, per conseguire la registrazione EMAS e l’auditor EPD, per avere la certificazione ambientale di prodotto ISO 14025.
Le novità nella nuova ISO 14001:2015 riguardano:
1) la conformità della norma alla “High Level Structure for Management System Standards”;
2) le raccomandazioni contenute nel Rapporto TC207/SC “Future Challenges for EMS”;
3) il mantenimento e il miglioramento dei principi alla base della ISO 14001:2004 e dei relativi requisiti.